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001006
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it
Regione Piemonte

INTERVENTO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE DAI DANNI DI INCENDIO NELLE FORESTE DEL COMUNE DI ALMESE (TO).

Intervento sevicolturale e interventi di protezione dei danni da incendio alle foreste.

DENOMINAZIONE DEL BENEFICIARIO

Comune di Almese

P.zza Martiri della Libertà, 48 10040Almese (TO)

Telefono: 011 9350201 – Fax. 011.9350408

E-mail PEC: comune.almese.to@cert.legalmail.it

Nominativo della persona da contattare: Sindaco pro-tempore del Comune di Almese

DESCRIZIONE DELLA PROPOSTA PROGETTUALE

Obiettivi

L’intervento selvicolturale interessa formazioni ascrivibili a rimboschimenti di conifere (pino nero e pino silvestre) con struttura a fustaia monoplana giovane. L’area d’intervento è stata individuata al fine di eseguire operazioni selvicolturali in una zona di difficile accessibilità, in cui nel recente passato non sono stati effettuati interventi selvicolturali. Le attività proposte, che si configurano come un diradamento debole in fustaia, con conseguente riduzione della densità del popolamento, mirano sia a favorire lo sviluppo della rinnovazione delle specie forestali che naturalmente occuperebbero la superficie in oggetto, sia ad interrompere la continuità della copertura monoplana per limitare la possibile diffusione degli incendi in chioma. L’intervento ha inoltre il fine di conservare le caratteristiche strutturali che definiscono l’attuale assetto del popolamento forestale, preservando la stabilità del versante e gli equilibri idrogeologici attuali.

Unitamente all’intervento selvicolturale e nell’ambito degli interventi di protezione dei danni da incendio alle foreste, si prevede la realizzazione di alcuni interventi puntuali sparsi sul territorio comunale, finalizzati a migliorare la rete di infrastrutture utilizzata nelle attività di prevenzione e di lotta attiva agli incendi boschivi. Gli interventi puntuali previsti consistono nell’adeguamento/ampliamento di 2 punti acqua esistenti, nella realizzazione di un nuovo punto acqua, di 3 nuove piazzole d’interscambio mezzi lungo la viabilità esistente e di una piazzola di emergenza per l’atterraggio dell’elicottero.

La localizzazione degli interventi puntuali, lungo le piste tagliafuoco esistenti, è stata definita sulla base di quanto previsto dal Piano Forestale Aziendale delle proprietà del Comune di Almese e secondo le indicazioni degli addetti della locale squadra AIB.

Collegamento con il Piano Forestale Aziendale

Il presente progetto in accordo con quanto riportato nel Piano Forestale Aziendale del comune di Almese (in fase di approvazione) prevede alcuni interventi con l’obiettivo principale di prevenire gli incendi boschivi sia tramite l’attuazione di specifici interventi selvicolturali, tematica significativa per i boschi comunali di Almese, sia implementando e ammodernando la rete di punti di rifornimento idrico artificiali che, in base alle loro caratteristiche, consentono il rifornimento dei mezzi aerei e dei mezzi a terra.

Si riporta un breve estratto del PFA dove sono indicate le operazione previste da questo strumento per la prevenzione incendi nel comune di Almese.

Prevenzione selvicolturale: è rappresentata da tutte le operazioni che tendono a far diminuire l’impatto dell’eventuale passaggio del fuoco su di un soprassuolo boschivo o a ridurre le probabilità di innesco o a provocare un abbassamento dell’intensità del fronte di fiamma o un suo rallentamento.

Gli interventi selvicolturali realizzati per questi scopi possono essere di diverso tipo quali:

  • diradamento delle fustaie (specialmente rimboschimenti di conifere)
  • diminuzione della biomassa bruciabile, sia in modo uniforme, sia operando su strati ben de-terminati della copertura, per esempio diminuendo la continuità verticale fra sottobosco e chiome.
  • ripuliture e manutenzione di mulattiere e della viabilità forestale.
  • cure colturali a carico delle fasi giovanili dei soprassuoli
  • sramatura ed allestimento dei tronchi, anche se non se ne prevede l’esbosco.

Punti di rifornimento idrico: la rete di punti di rifornimento idrico è costituita da bacini di grandi dimensioni e da punti di prelievo, sia naturali (corsi d’acqua, laghi, ecc.) che artificiali (idranti e condotte) collegati a invasi fissi o vasche mobili. I punti di rifornimento idrico, in base alle loro caratteristiche, consentono il rifornimento dei mezzi aerei e dei mezzi a terra.

Sul territorio di Almese sono presenti quattro vasche per il rifornimento idrico, più una vasca presente sul territorio di Caselette:

  • Vasca A: vasca esistente con capienza di 27 mc, approvvigionamento idrico garantito da rio a monte, con presenza di acqua tutto l’anno;
  • Vasca B: vasca con capienza di 115 mc, approvvigionamento idrico garantito da rio a monte, con presenza di acqua solo periodicamente. La vasca manca di scarico di fondo, necessario per la manutenzione ordinaria;
  • Vasca C: vasca esistente con capienza di 27 mc, approvvigionamento idrico garantito da rio a monte, con presenza di acqua solo periodicamente;
  • Vasca F: vasca esistente con capienza di 27 mc, approvvigionamento idrico garantito da rio a monte, con presenza di acqua tutto l’anno. La vasca si trova sul comune di Caselette;
  • Vasca G: vasca esistente con capienza di 4 mc, approvvigionamento idrico garantito da rio a monte, con presenza di acqua tutto l’anno.

Per migliorare la situazione attuale, si ipotizzano i seguenti interventi migliorativi:

  • Vasca B: realizzazione dello scarico di fondo, in modo da rendere possibile un’adeguata manutenzione ordinaria;
  • Vasca G: sostituzione della vasca esistente con una più capiente, o realizzazione di un’altra vasca adiacente;
  • Vasca D: realizzazione di una nuova vasca con capienza di circa 30-50 mc lungo la tagliafuoco a monte di Miosa, in corrispondenza dell’Arboreto didattico. Tale collocazione risulta strategica in quanto sita all’imbocco della tagliafuoco, in un punto in cui la l’acqua per l’approvvigionamento idrico è disponibile tutto l’anno.”

Come descritto negli obiettivi, gli interventi previsti dal presente progetto sono in accordo con quanto definito dal PFA.

DESCRIZIONE DEL SOPRASSUOLO E DEGLI INTERVENTI PROPOSTI

Titolo di possesso

Tutti gli interventi previsti ricadono su aree di proprietà del Comune di Almese. Di seguito si fornisce un estratto catastale ed una tabella riassuntiva degli estremi catastali dei terreni interessati dai singoli interventi in progetto.

intervento estremi catastali superficie
intervento
comune sez. fg. part.
Selvicolturale (diradamento) Almese B 6 1 5,74 ha
Piazzola interscambio 1 Almese A 2 2 puntuale
Piazzola interscambio 2 Almese B 6 1 puntuale
Piazzola interscambio 3 Almese B 12 3 puntuale
Piazzola emergenza elicottero Almese A 1 1 puntuale
Vasca B (adeguamento) Almese B 6 21 puntuale
Vasca D (nuova realizzazione) Almese B 5 23 puntuale
Vasca G (ampliamento) Almese A 1 2 puntuale

Descrizione della stazione e del soprassuolo

L’area interessata dall’intervento selvicolturale ricopre una superficie di circa 5,74 ettari, a monte dell’impluvio del Rio Robella, su un versante con esposizione prevalente a sud-ovest e pendenza media di circa 15° (27%), nella regione climatica mesaxerica in una fascia altimetrica compresa tra i 500 e i 600 m s.l.m.. L’area confina a nord e ovest con rimboschimenti di proprietà comunale, a est con il Rio Robella e a sud con il Torrente Morsino.

Come visibile dall’estratto cartografico che segue, l’area di intervento è inclusa all’interno della ZSC IT1110081 – Monte Musine’ e Laghi di Caselette.

Dai rilievi di campo risulta, in conformità con quanto riportato dal P.F.A, che le tipologie forestali del soprassuolo oggetto di intervento sono riconducibili al “Rimboschimento dei piani planiziale e collinare var. con pino nero (RI10F)” e al “Rimboschimento dei piani planiziale e collinare var. con pino silvestre (RI10G)”, la cui struttura prevalente risulta essere la fustaia coetanea monoplana. Per quanto riguarda la composizione specifica, nello strato arboreo, oltre a Pinus nigra e Pinus sylvestris, che costituiscono la specie principale, si sono rilevati alcuni gruppi di limitata estensione di Pinus strobus e Larix decidua. Verso le aree più a valle la presenza delle latifoglie aumenta, infatti nelle aree con copertura meno densa, sono presenti esemplari di Quercus petarea, Betula pendula, Populus tremula e Quercus rubra. Riguardo quest’ultima specie si deve porre la massima attenzione nell’evitare la sua diffusione con accorgimento che verranno spiegati nei paragrafi successivi.

Nel piano arbustivo si riscontra una maggiore abbondanza di latifoglie dove risultano ben rappresentate Castanea sativa, Sorbus aria, Quercus petraea, Quercus pubescens, Fraxinus excelsior, Prunus avium e Acer pseudoplatanus, da favorire per aumentare la polispecificità della cenosi, incrementare la biodiversità e strutturare maggiormente il piano arboreo principale.

Oltre alla rinnovazione affermata delle specie arboree, nel piano arbustivo si è spesso rilevata la presenza di specie invadenti, principalmente nelle radure, quali Rubus sp. e Rosa canina.

Per quanto riguarda lo strato erbaceo, si osserva l’abbondante presenza di Pteridium aquilinum, Molinia arundinacea, oltre a Festuca ovina, Carex sp., Brachypodium sp. e Agrostis sp..

I restanti interventi previsti dal progetto sono di tipo puntuale e sono distribuiti su una vasta area, in contesti simili a quelli sopra descritti. Le vasche e le piazzole sono ubicate lungo la pista tagliafuoco, circondate da rimboschimenti a prevalenza di pino nero e pino silvestre. La piazzola di atterraggio dell’elicottero è ubicata sul crinale fra i comuni di Almese e Val della Torre ed è circondata da boschi di rovere e pino silvestre.

TIPOLOGIA E CARATTERISTICHE DEGLI INTERVENTI

Intervento selvicolturale

L’area oggetto taglio, in base alle caratteristiche del soprassuolo forestale, può essere suddivisa in due porzioni distinte, l’area 1 a prevalenza di pino silvestre e l’area 2 a prevalenza di pino nero.

L’intervento selvicolturale previsto consiste nell’esecuzione di un diradamento debole, per piccoli gruppi, con prelievo prevalente degli esemplari malformati e mantenendo comunque una copertura residua del 75%. L’intervento, oltre a favorire le latifoglie autoctone, deve porsi l’obiettivo di evitare l’ulteriore diffusione di esemplari Quercus rubra presenti, anche se sporadici. Dopo i rilievi in campo si è potuto constatare che la specie invasiva appena citata si presenta sostanzialmente in due modi:

  • esemplari con diametri medio-piccoli, parzialmente sotto copertura e in cattivo stato vegetativo;
  • esemplari con diametri medio-grandi in buone condizioni vegetative.

Di conseguenza l’intervento differisce nei confronti delle due situazioni, secondo quanto di seguito illustrato:

  1. Nei pressi dei nuclei di Quercus rubra in cattivo stato vegetativo si deve evitare l’abbattimento dell’esemplare e di quelli vicini (appartenenti ad altre specie), in modo da mantenere alto il grado di copertura e non stimolare il ricaccio della ceppaia, evitando di creare aperture che possano favorirne lo sviluppo o l’attecchimento di nuovi semenzali. In questo modo l’esemplare, già compromesso vegetativamente, andrà ad esaurire il suo ciclo vitale senza riprodursi.
  2. Nei confronti degli esemplari di gradi dimensioni, caratterizzati da buona vitalità, ne andrà previsto l’abbattimento. Anche in questo caso le piante vicine non dovranno essere abbattute, per evitare di creare grandi aperture; inoltre, con il materiale di risulta (fusti e ramaglie) rilasciato in bosco, si dovrà provvedere a realizzare delle cataste e/o mucchi sopra le ceppaie tagliate di quercia rossa, per contrastarne ulteriormente il ricaccio.

In nessun caso dovranno essere abbattuti esemplari di latifoglie autoctone.

La ripresa totale dell’intervento in progetto è stimata pari a circa 298 m3, così come riportato nella seguente tabella riepilogativa.

zona Superficie

(ha)

n. piante/ha Area

basimetrica/ha

(m2/ha)

provvigione/ha

(m3/ha)

%

ripresa

ripresa/ha

(m3/ha)

ripresa

totale

(m3)

Area 1 0,83 761 32,265 160,09 24% 38,20 31,71
Area 2 4,91 754 28 237,00 26% 54,30 266,62
TOTALE 5,74 298,33

Considerate sia la difficile accessibilità e transitabilità dell’area di intervento, sia la scarsissima qualità del legname ritraibile, non si prevede esbosco del materiale di risulta, che dovrà altresì essere depezzato ed allestito in piccole cataste che saranno collocate in maniera sparsa all’interno del bosco, in posizioni stabili, lontano da impluvi, sentieri ed aree in rinnovazione.

Piazzole

Piazzole interscambio

Relativamente alle tre piazzole di interscambio dei mezzi, queste saranno realizzate con semplici operazioni di scavo e riporto, per una fascia di circa 4-5m di ampiezza massima, sul lato di monte della pista (nel caso delle piazzole 1 e 3) e con il riporto del materiale di risulta sul lato di valle (nel caso della piazzola n. 2), su una lunghezza di circa 15m ognuna.

Nello specifico le operazioni previste sono:

  • Risagomatura e rimodellamento del versante;
  • Inerbimento delle superfici tramite semina a spaglio;
  • Spandimento misto frantumato per sistemazione fondo piazzola;
  • Abbattimento complessivo di n. 14 esemplari arborei nell’aerea di intervento.

Come desumibile dall’estratto cartografico di pagina 8, la piazzola 1 è posizionata sulla pista che da Le Muande conduce alla località Fontana Fredda, la piazzola n. 2 si trova sulla pista tagliafuoco alta, mentre la terza è ubicata su un tratto di pista che si stacca dalla tagliafuoco che collega Almese con Caselette in corrispondenza del parcheggio in località Prà Sabò e da qui prosegue a mezza costa verso Milanere.

 

Per l’inerbimento si prevede l’utilizzo del seguente miscuglio di sementi:

Composizione (in peso) del miscuglio di sementi da utilizzare
Festuca rubra 35% Poa pratensis 10%
Festuca pratensis 15% Dactylis glomerata 5%
Festuca ovina 15% Phleum pratense 5%
Festuca duriuscula 10% Lolium perenne 5%

Piazzola elicottero

La piazzola per l’atterraggio dell’elicottero, di superficie pari a circa 200m2, è posizionata sullo spartiacque tra i comuni di Almese e Val della Torre, in località Taisonera e servirà per eventuali operazioni d’emergenza di carico e scarico di addetti AIB e di materiali in quota, nella parte alta del bacino del Messa, in una zona difficilmente raggiungibile a piedi o con mezzi a motore. In loco è già presente una piazzola, posizionata in corrispondenza del punto di arrivo della pista che dal pilone della costa sale lungo il cosiddetto sentiero delle Guardie. Tale piazzola dovrà essere leggermente ampliata, il fondo regolarizzato e saranno eliminati gli alberi circostanti, per un raggio complessivo di circa 10-15 m dal centro; inoltre in posizione baricentrica si prevede di realizzare una platea in calcestruzzo armato (4mx4m) da utilizzarsi come piattaforma di atterraggio.

Nello specifico le operazioni previste sono:

  • Risagomatura e rimodellamento superficiale della piazzola su circa 200m². Profondità media dello scavo 20cm;
  • Scavo in roccia per sistemazione scarpata di monte della piazzola
  • Realizzazione piattaforma atterraggio elicottero (4,00m x 4,00m x 0,30m)
  • Verniciatura superficie piattaforma atterraggio elicottero (16m²)
  • Abbattimento complessivo di n. 14 esemplari arborei nell’aerea di intervento.

Per il dettaglio degli interventi appena descritti si rimanda ai “particolari costruttivi” allegati, in cui sono riportate caratteristiche e dimensioni di ogni singolo intervento.

 

Punti di rifornimento idrico (vasche A.I.B.)

In breve, per quanto riguarda i punti di rifornimento idrico, il presente progetto prevede:

  • VASCA B: ripristino, con relativo svuotamento e pulizia del fondo, della vasca in calcestruzzo armato esistente nell’impluvio del Rio della Sagnetta. Inoltre si prevede la realizzazione dello scarico di fondo, in modo da rendere possibile un’adeguata manutenzione ordinaria della vasca stessa;
  • VASCA D: realizzazione di una nuova vasca in calcestruzzo armato in prossimità della località Listelli, di capacità complessiva pari a circa 50m3.
  • VASCA G: posa di una cisterna prefabbricata da 10.000 litri in polietilene, nei pressi della località Saladinera ad integrazione di una piccola cisterna esistente.

VASCA B

Per quanto riguarda la VASCA B, si prevede la realizzazione dello scarico di fondo, in modo da rendere possibile un’adeguata manutenzione ordinaria della vasca stessa. Lo scavo per la posa del tubo attraversa la pista per arrivare fino al vicino Rio delle Sagnette, mentre il pozzetto contenente la saracinesca di regolazione dello scarico è previsto a ridosso della vasca stessa.

Lo scarico viene realizzato con le seguenti operazioni:

  • Scavo a sezione obbligata (17m x 2,5m x 1,2m = 51m³) posa della tubazione (Tubazione in polietilene PE100 di colore nero con strisce blu per condotte di distribuzione dell’acqua per uso umano conforme alle norme UNI EN 12201-2 ISO 4427 SDR 17, PN 10, diam. 200 mm per una lunghezza di 15 metri) e immediato ritombamento:
  • Spandimento ghiaia per rinfianco tubo e compattazione con rullo;
  • Posa di pozzetto di ispezione 800x1000mm con prolunghe;
  • Realizzazione scarico con posa di saracinesca in ghisa sferoidale 400 – 12 UNI 4540 con giunto adattabile e raccorderia e varie;
  • Posa del pozzetto con chiusino in ghisa

VASCA D

Nuova vasca in calcestruzzo armato in prossimità della località Listelli abordo pista taglia-fuoco con  capacità complessiva pari a circa 53m³. Le lavorazioni principali sono le seguenti:

  • Scavo a sezione obbligata per vasca in c.a. 8,00m x 6,00m x 1,50m  = 72,00m³ e per tubazione di scarico nel rio Saladinera 1,00m x 1,00m x 15,00m = 15,00m³;
  • Realizzazione della vasca con platea in c.a. (6,50m x 4,50m x 0,30m) e pareti in c.a. con h=2,00m e spessore di 0,25m;
  • Posa della tubazione (Tubazione in polietilene PE100 di colore nero con strisce blu per condotte di distribuzione dell’acqua per uso umano conforme alle norme UNI EN 12201-2 ISO 4427 SDR 17, PN 10, diam. 200 mm per una lunghezza di 15 metri) e immediato ritombamento e compattazione con rullo pesante;
  • Collegamento vasca a tubazione scarico con saracinesca in ghisa sferoidale 400 – 12 UNI 4540; corpo piatto, tenuta in gomma, con sezione interna a passaggio totale (escluse le saracinesche di DN superiore a 400 mm); rivestita internamente con resine epossidiche atossiche; albero in acciaio inox, vite di collegamento interna, cuneo in ghisa sferoidale rivestito in gomma EPDM, completa di volantino di manovra; flangiata UNI PN 16; DN 200;
  • Posa di pozzetto in c.a. 60x60cm DIAM 45cm per alloggiamento saracinesca;
  • Posa tubazione in polietilene PE100 di colore nero con strisce blu per condotte di distribuzione dell’acqua per uso umano conforme alle norme UNI EN 12201-2 ISO 4427 . SDR 17, PN 10, diam. 75 mm per carico vasca da rio Saladinera;
  • Posa rete plastificata, compresi i fili di tensione, i profilati in ferro plastificati ed ogni altro occorrente per le legature, a maglie di mm 50×50 per protezione perimetro vasca.
  • Rinfianco di terra e inerte ai lati della vasca per copertura parziale muri perimetrali.

VASCA G

Integrazione punto acqua esistente con posa di cisterna prefabbricata da 10.000 litri in polietilene, nei pressi della località Saladinera. Le lavorazioni previste sono le seguenti:

  • Scavo a sezione obbligata per fondazione in calcestruzzo per vasca in polietilene. La platea armata con rete elettrosaldata a maglia 20cmx20cm ha dimensione pari a 2,70m x 2,70m x 0,25m;
  • Posa di cisterna prefabbricata da 10.000 litri con relativa installazione di tubazioni, valvole e scarico.

Definizione quantitativa dell’intervento selvicolturale

Le caratteristiche dendrometriche del soprassuolo interessato dall’intervento e la definizione quantitativa dello stesso, in termini di provvigione ed indici di prelievo, sono state definite sulla base di due aree campione di circa 1000 m², la cui localizzazione è riportata nell’elaborato 8 – Planimetria di dettaglio dell’intervento selvicolturale. Nelle aree campione sono stati contrassegnati con vernice arancione solo gli esemplari destinati al taglio. Il bollo di vernice è stato applicato al fusto a monte e a valle e al colletto.

Di seguito si riporta un prospetto tabellare riepilogativo dei dati raccolti:

Area campione

Categoria

forestale

Tipo

strutturale

Superficie

area campione

(m²)

Provvigione

(m³/ha)

Densità

(n°piante/ha)

Altezza

media

(m)

Diametro

medio

(cm)

1 RI FMP 999 160,09 761 10 23
2 RI FMP 966 237,00 942 12 22

Finalità principale dell’intervento e destinazione prevalente del legname

Finalità

Come descritto nel capitolo riguardante gli obiettivi, l’intervento selvicolturale mira a favorire lo sviluppo della rinnovazione delle specie forestali autoctone che naturalmente occuperebbero la superficie in oggetto e a favorire la stratificazione del popolamento aumentandone la stabilità e naturalità.

Le conifere individuate come “alberi di futuro” e quindi rilasciate, sono le più stabili, con buon portamento ed in grado di assicurare la continuità della copertura arborea una volta eseguito l’intervento. Riguardo la prevenzione selvicolturale nei confronti degli incendi, l’intervento si pone l’obiettivo di interrompere la continuità della copertura monoplana per limitare la possibile diffusione degli incendi in chioma.

Riguardo gli interventi puntuali (vasche e piazzole) hanno l’obiettivo principale di:

  • Implementare e ammodernare la rete di rifornimento idrico per il rifornimento dei mezzi aerei e dei mezzi a terra
  • Agevolare il transito sulla pista tagliafuoco.

Destinazione del legname

Come descritto nel capitolo riguardante la tipologia degli interventi, il legname tagliato nell’ambito dell’intervento selvicolturale sarà rilasciato in bosco e sistemato in piccole cataste. L’area non risulta accessibile a nessun mezzo vista l’impossibilità di superare la briglia sul Rio Robello a valle del lotto.

Descrizione dell’organizzazione dei cantieri

L’area dell’intervento selvicolturale è raggiungibile a piedi percorrendo il sentiero accatastato come TOS583 all’interno della Rete del Patrimonio Escursionistico della Regione Piemonte. Tale sentiero attraversa completamente l‘area interessata dai lavori ed è l’unica via di accesso alla stessa. La viabilità percorribile da mezzi motorizzati più vicina alle aree di cantiere è un tratto di pita che si stacca dalla tagliafuoco principale e raggiunge la località Miosa. A valle dell’area di intervento, nel punto evidenziato nel seguente estratto cartografico, si trova una grossa briglia in cemento all’interno dell’alveo del rio Morsino; tale opera costituisce un impedimento insormontabile all’accesso con mezzi motorizzati all’interno del cantiere.

La piazzola per elicottero è prevista in un’area raggiungibile tramite una pista forestale piuttosto impervia e dissestata, grazie alla quale, previa esecuzione di alcuni minimi interventi manutentivi di sistemazione superficiale, è possibile raggiungere l’area d’intervento con mezzi motorizzati (trattore e rimorchio o piccolo autocarro).

Infine, per quanto riguarda tutti gli altri interventi puntuali, non si segnalano particolari problemi di accessibilità in quanto tutti i siti interessati si trovano lungo la pista tagliafuoco principale o sue diramazioni e quindi risultano facilmente accessibili.

SISTEMA VINCOLISTICO – INQUADRAMENTO NORMATIVO

L’intervento selvicolturale interessa un’area completamente compresa nella “ZSC 1110081 “Monte Musinè e laghi di Caselette” ed è conforme a quanto indicato nelle Misure di Conservazione della Rete Natura 2000 del Piemonte di cui alla D.G.R. n. 54-7409 del 07/04/2014 e s.m.i. e delle Misure di Conservazione sito-specifiche approvate con D.G:R. n. 21-4635 del 06/02/2017. La tipologia di intervento prevista inoltre risulta conforme con gli obiettivi del Piano di Gestione ZSC IT1110081- Monte Musine’ e Laghi di Caselette, approvato il 30 luglio 2018 D.G.R. n. 53-7314 riguardo la graduale rinaturalizzazione dei rimboschimenti di conifere.

Ai fini della conformità alle Misure di conservazione si prevede di:

  • Rilasciare all’invecchiamento a tempo indefinito almeno un albero maturo di grandi dimensioni ogni 2500 metri quadrati d’intervento, appartenenti a specie autoctone caratteristiche della fascia di vegetazione, con priorità per quelli che presentano cavità idonee alla nidificazione o al rifugio della fauna.
  • Rilasciare almeno il 50 per cento della copertura di arbusti e cespugli di specie autoctone e almeno un albero dominante a ettaro colonizzato da edera ove presente; in caso di copertura arbustiva inferiore al 10 per cento, essa è conservata integralmente;
  • Rilasciare almeno il 50 per cento delle ramaglie e cimali, sparsi a contatto col suolo o formando cumuli di dimensioni non superiori ai 3 metri steri in aree idonee;
  • Rispettare nidi e tane, specchi d’acqua e zone umide anche temporanee, ecotoni e stazioni di flora protetta;
  • Rispettare i margini del bosco per una fascia di ampiezza minima di 10 metri, con il rilascio dei soggetti di bordo più stabili.
  • Sospendere qualsiasi attività selvicolturale nel periodo di nidificazione dell’avifauna che, alla quota dell’intervento (sotto i 1000m s.l.m.) è fissata dal 1° aprile al 15 giugno.

Per quanto riguarda gli interventi puntuali inseriti all’interno della ZSC, ovvero la realizzazione delle piazzole n. 2 e n. 3, si è provveduto a sottoporre all’Ente Gestore, individuato dalla Regione Piemonte nella città Metropolitana di Torino – Direzione Sistemi Naturali – Dipartimento Ambiente e Vigilanza Ambientale, apposita Scheda Guida di assoggettabilità alla procedura di Valutazione di Incidenza, ai sensi dell’art. 43 della L.R. 19/2009.

Inoltre tutti gli interventi previsti ricadono in area sottoposta a vincolo paesaggistico/ambientale (D.Lgs. 42/2004, art. 142, comma1); in quanto all’interno di:

  • Lettera g) i territori coperti da foreste e da boschi, ancorché percorsi o danneggiati dal fuoco, e quelli sottoposti a vincolo di rimboschimento, come definiti dall’articolo 2, commi 2 e 6, del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 227.

Per quanto riguarda questo vincolo, l’intervento selvicolturale risulta escluso dall’autorizzazione paesaggistica ai sensi del punto A.20 dell’allegato A del D.P.R. 31/2017, mentre tutti gli interventi puntuali, avendo come specificato in precedenza, una finalità di protezione dagli incendi boschivi, sono esclusi dall’autorizzazione paesaggistica ai sensi dell’art. 149, comma 1 lettera c) del Codice dei beni culturali e del paesaggio. (D.lgs. 22 gennaio 2004, n. 42).

Infine l’area di intervento è completamente ricadente in zona sottoposta a vincolo idrogeologico ai sensi del R.D.L. n.3267/1923. Relativamente a tale vincolo si precisa che gli interventi puntuali che si configurano come modificazione e trasformazione di uso del suolo sono quelli relativi alla creazione delle 3 piazzole d’interscambio mezzi, della piazzola per l’elicottero e ai punti acqua D e G.

Relativamente a questi interventi si riporta una tabella riepilogativa in cui per ognuno di essi sono indicati i volumi di movimento terra e le superfici interessate.

Intervento

Volumi movimento terra Superficie

Piazzola 1

60m3 60m2
Piazzola 2 60m3 60m2
Piazzola 3 60m3 60m2
Piazzola elicottero 120m3 200m2
Vasca D (nuova realizzazione) 180m3 100m2
Vasca G (platea per cisterna in PE) 3,5m3 15m2

Considerate le entità degli interventi, rientranti tra quelli di cui alla L.R. 45/1989, art. 2 comma 1 lettera a), la competenza autorizzativa è delegata al Comune nel cui territorio sono previsti i lavori – nello specifico Almese – e l’autorizzazione è rilasciata dal Sindaco. In tutti i casi si tratta di interventi di modesta rilevanza, non comportanti modificazioni dell’assetto idrogeologico generale. Si precisa infine che, trattandosi di interventi finalizzati alla prevenzione e alla lotta agli incendi boschivi, quindi opere pubbliche ed interventi di interesse pubblico, gli stessi risultano in deroga dall’obbligo di rimboschimento.

CRONOPROGRAMMA DELL’INIZIATIVA

Per l’esecuzione degli interventi in progetto si prevede un periodo corrispondente a 154 giorni naturali e consecutivi (5 mesi) a far data dalla sottoscrizione del contratto di appalto.

 

ASPETTI ECONOMICI, FLUSSI FINANZIARI E PIANO DI FINANZIAMENTO

I costi del progetto sono stati determinati utilizzando il Prezziario di riferimento per opere e lavori pubblici nella Regione Piemonte – edizione 2020, alle sezioni:

  • 1 Opere edili
  • 7 Acquedotti
  • 8 Fognature
  • 18 Sistemazione, Recupero e Gestione del Territorio e dell’Ambiente;
  • 23 Gestione rurale e foreste
  • 25 Grande viabilità
  • 28 Salute e Sicurezza sul Lavoro (D.Lgs. 81/08 s.m.i.).

Inoltre, per tutte le lavorazioni non contemplate dal prezziario regionale si è fatto ricorso ad apposite analisi prezzi e a ricerche di mercato (allegate all’elaborato “Elenco prezzi”). In base al computo metrico estimativo è stato redatto il seguente quadro economico di spesa:

Nella tabella successiva sono evidenziati i costi della proposta progettuale per ogni singolo intervento ed il relativo contributo richiesto. Non essendo previsto l’esbosco del materiale legnoso di risulta dall’intervento selvicolturale, non è stato considerato il valore dei prodotti legnosi ottenuti da dedurre.

DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA ANTE-INTERVENTO

Pagina aggiornata il 19/02/2024

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